La Nascita di Venere di Sandro Botticelli: analisi, significato e simbologia dell'opera corredate da immagini del dipinto e informazioni su committente e data di esecuzione
Ecco le parole con cui Omero canta la leggiadra dea della bellezza e dell’amore. Ventidue secoli dopo lo stesso canto risuona tra le linee e i colori del capolavoro pittorico La nascita di Venere di Sandro Botticelli.
La veneranda, la bella dall’aureo serto, Afrodite io canterò, che tutte le cime di Cipro marina protegge, ove la furia di Zefiro ch’umido spira la trasportò, sui flutti del mare ch’eterno risuona, sopra la morbida spuma. L’accolser con animo lieto l’Ore dai veli d’oro, le cinsero vesti immortali: la fronte sua divina velaron d’un aureo serto, bello, d’egregia fattura: nei lobi forati, alle orecchie un fior, nell’oricalco foggiato, e nell’oro fulgente: d’intorno al sen, che argento sembrava, ed al morbido collo, monili tutti d’oro poi cinsero, quali esse stesse l’Ore dai veli d’oro si cingono, allor che a le danze muovono dilettose dei Numi, e alla casa del padre. Or, poi che l’ebbero tutte le membra adornate, ai Celesti l’addussero; e i Celesti ben lieti l’accolsero, e ognuno la man le porse, ognuno chiedeva legittima sposa condurla in casa propria: tal fu lo stupore di tutti, vedendo Citerèa, che cinto ha di mammole il crine. Salve, o più dolce del miele, dagli occhi brillanti: concedi che in questo agone io m’abbia vittoria; ed onora il mio canto. Io mi ricorderò d’esaltarti in un’altra canzone. Omero, Inno ad Afrodite
Nella Nascita di Veneredi Botticelli, la dea appare in tutta la sua grazia. È a figura intera, al centro del dipinto, nuda, con la pelle d’avorio e il corpo attraversato da ombre appena accennate. La mano destra appoggiata al seno con gesto pudìco, la mano sinistra sul pube trattiene una ciocca dei capelli lunghissimi mossi dal vento. La testa leggermente reclinata, l’espressione del volto dolce e mite. In equilibrio è posta sul bordo di una conchiglia che la conduce fino all’approdo sull’isola di Cipro. Nella stessa figura coesistono moto e quiete: al corpo statuario e alla posa stante fanno da contrappunto i capelli che ondeggiano in mille ciocche dorate, la delicata conchiglia che si muove spinta dal vento e dalle onde diventa un solido appoggio sotto ai suoi piedi. Il contrasto con il verde e l’azzurro dello sfondo esalta la sua apparizione.
(Video) La Nascita di Venere, Sandro Botticelli | Analisi dell'opera
Nell’angolo a sinistra della Nascita di Venere di Botticelli due venti dalle sembianze umane volano allacciati l’uno all’altra, le ali spiegate e i pochi panneggi ondeggianti. Soffiano con forza verso la dea lasciandoci intuire la direzione del moto. Sono Zefiro e Aura, un vento fresco e fecondo che si lascia abbracciare da uno tiepido e avvolgente. Il moto che parte da queste due figure si manifesta nell’increspatura sottile delle onde e nel vortice di fiori che li circonda.
A destra, sulla costa frastagliata dell’isola accorre l’Ora della primavera. Il suo vestito chiaro, trapuntato di fiordalisi, è stretto in vita da un ramo di rosa. Il mantello rosso che porge alla dea è decorato con primule e rametti di mirto e si gonfia per effetto del soffio che giunge dal lato opposto.
La composizione semplice esalta la sacralità della figura. Un evento miracoloso si è da poco compiuto, la spuma del mare, fecondata dal seme di Urano, ha generato una nuova dea e lei ora si manifesta al mondo. La disposizione simmetrica richiama visivamente scene cristologiche come quella del battesimo e anche se l’accostamento può oggi sembrare blasfemo così certamente non doveva apparire nel momento più alto del Rinascimento fiorentino.
Quando, esattamente, Sandro Botticelli ha eseguito l’opera? Per molto tempo si è creduto che il dipinto fosse stato realizzato insieme al suo compagno La Primavera intorno al 1478, prima cioè che il pittore si recasse a Roma per lavorare alla Cappella Sistina. Oggi si propende invece per lo spostamento in avanti della datazione, tra il 1482 e il 1485, cioè al ritorno da Roma.
(Video) Significati della Nascita di Venere - Sandro Botticelli - I SIMBOLI NELL'ARTE
Questa valutazione si basa sia su dati tecnici che su dati stilistici. La Nascita di Venere infatti, contrariamente alla consuetudine dell’epoca è stata dipinta su tela, una tecnica poco praticata a Firenze che Botticelli ha forse potuto apprendere nel suo soggiorno fuori dalla Toscana. Il dipinto mostra inoltre un diminuito interesse per la spazialità e la prospettiva, così come un uso meno accentuato del chiaroscuro, primi segni di quel profondo cambiamento in senso spirituale che interesserà l’artista nella sua fase matura.
Nel 1550 Giorgio Vasarivede l’opera nella villa di Castello, una bellissima tenuta medicea nella campagna fiorentina. I registri che annotano i beni contenuti nella villa, redatti all’inizio del XVI secolo, però non riportano nessuna indicazione relativa a quest’opera (che si tratti di una svista? Molto poco probabile!). È quindi lecito supporre che il dipinto si trovasse in origine in uno dei palazzi cittadini di proprietà dei Medici, nell’isolato della via Larga. Vale la pena riportare il passo di Vasari anche perché è lui a dare al quadro il nome con cui oggi tutti lo conosciamo. «Ne’ medesimi tempi del Magnifico Lorenzo de’ Medici, che fu veramente per le persone d’ingegno un secol d’oro, fiorì ancora Alessandro, chiamato all’uso nostro Sandro […] in casa Medici a Lorenzo lavorò molte cose […]. Per la città in diverse case fece tondi di sua mano e femmine ignude assai, delle quali oggi ancora a Castello, villa del duca Cosimo, sono due quadri figurati: l’uno Venere che nasce, e quelle aure e venti, che la fanno venire in terra con gli amori, e così un’altra Venere che le grazie la fioriscono, dinotando la Primavera; le quali da lui con grazia si veggono espresse».
Nel XVII secolo i dipinti sono infine trasferiti nella Galleria degli Uffizi, museo voluto e realizzato da Francesco I de’ Medici nel 1581, nel bellissimo palazzo progettato dallo stesso Vasari.
È fatto noto che Sandro Botticelli sia un artista legato all’ambiente mediceo fin dalla sua formazione. Lo stesso ambiente dove intorno al banchiere-poeta Lorenzo il Magnifico fiorisce la cultura neoplatonica. Lo stesso ambiente che accoglie filosofi come Marsilio Ficino e poeti come Angelo Poliziano.
(Video) La donna più bella nell'arte? NASCITA di VENERE di Sandro Botticelli [ANALISI]
Meno nota è invece l’esistenza, accanto al ramo nobile della famiglia, di un ramo “popolano”. A questo secondo ramo appartiene un altro Lorenzo, cugino di secondo grado del più celebre Magnifico, che ha la sfortuna di perdere i genitori in giovane età ma al tempo stesso la fortuna di essere adottato dal proprio insigne cugino, maggiore di lui di quattordici anni. Lorenzino il popolano, a dispetto del suo soprannome, riceve quindi una perfetta educazione umanistica e cresce coltivando l’amore per le lettere, la musica, l’arte e gli studi classici. È lui, un popolano per la verità assai raffinato, il committente della Venere che nasce e dell’altra Venere "che dinota Primavera". A lui infatti appartiene la villa di Castello, ricevuta in eredità dal nonno paterno, ed è lì che si trasferisce, insieme ai pezzi più preziosi della sua collezione, quando i rapporti tra lui e l’omonimo Magnifico si incrinano.
Abbiamo già visto come la Nascita di Venere di Botticelli si ispiri ad un antichissimo componimento poetico. Esiste però un’ascendenza ancora più stretta con un’opera letteraria coeva: Le stanze per la Giostra di Poliziano, il poema scritto per celebrare la vittoria in un torneo del giovane Giuliano de’ Medici, fratello di Lorenzo il Magnifico. Protagonista è lo stesso Giuliano che a causa di Amore deve affrontare una serie di prove. Una parte del primo libro si sofferma a descrivere le meraviglie del palazzo di Afrodite a Cipro, tra cui alcuni bassorilievi che narrano la nascita della dea:
«Nel tempestoso Egeo in grembo a Teti Si vede il fusto genitale accolto Sotto diverso volger di pianeti Errar per l’onda in bianca schiuma avvolto; E dentro nata in atti vaghi e lieti Una donzella non con uman volto, Da zefiri lascivi spinta a proda Gir sopra un nicchio, e par ch’el ciel ne goda.
Vera la schiuma e vero il mar diresti, E vero il nicchio e ver soffiar di venti: La dea negli occhi folgorar vedresti, E ‘l ciel ridergli attorno e gli elementi: L’Ore premer l’arena in bianche vesti; L’Aura incresparle e’ crin distesi e lenti: Non una non diversa esser lor faccia, Come par che a sorelle ben confaccia.
Giurar potresti che dall’onde uscisse La dea premendo con la destra il crino, Con l’altra il dolce pomo ricoprisse; E stampata dal piè sacro e divino, D’erbe e di fior la rena si vestisse; poi con sembiante lieto e peregrino dalle tre ninfe in grembo fosse accolta, E di stellato vestimento involta».
(Video) Analisi dell'opera: La nascita di Venere di Sandro Botticelli
Se quindi il colto ambiente mediceo, con questi versi, fornisce al pittore un sicuro riferimento iconografico, altrettanto importante è quello che gli offre attraverso la collezione di disegni e statue antiche ospitata nelle stanze e nei giardini di palazzo Medici. È qui che Botticelli ha senza dubbio approfondito i sui studi sull’arte antica. La sua Venere ci appare infatti come una colta e raffinata rielaborazione di modelli scultorei come l’Afrodite Cnidia di Prassitele, il primo scultore dell’antichità a trattare il nudo femminile con grazia e naturalezza, a riempire di umanità i corpi e volti delle dee immortali.
Simonetta Vespucci è una gentildonna genovese della famiglia Cattaneo, che arriva a Firenze per sposare il nobile Marco. Donna di grande fascino, diventa presto l’amante di Giuliano de' Medici, fratello di Lorenzo il Magnifico, e la sua presenza a corte ispira letterati e artisti che ne immortalano la bellezza.
(Video) Nascita di Venere di Botticelli
Molti ritratti del periodo, tra i quali il Ritratto di donna di Piero di Cosimo e la Venere botticelliana, sembrano rimandare alla stessa donna dai bei lineamenti e dai capelli biondo dorati e nel tempo molte opere sono state attribuite alla memoria della giovane, morta di consunzione a soli 23 anni.
In realtà, sembra che il modello femminile rappresentato dagli artisti dell’epoca sia solo un ritratto ideale di cosa debba essere la bellezza muliebre (personificata dal fascino di Simonetta), e che il canone estetico rappresentato debba esprimere il concetto di amore secondo la filosofia neoplatonica.
La Venere di Botticelli rappresenta quindi un'ideale di bellezza e perfezione, che attraverso la rappresentazione del corpo e la proporzione di ogni elemento diventa il massimo esempio dell'armonia del Creato.
Il tema sotteso dal dipinto è la celebrazione della nascita di una nuova umanità, rappresentato dalla figura di Venere. La dea viene rappresentata nuda ma la sua nudità ha un intento estetico e astratto. Questa figura idealizzata rappresenta il modello della bellezza secondo Sandro Botticelli.
La Nascita di Venere è da sempre considerata l'idea perfetta di bellezza femminile nell'arte, così come il David è considerato il canone di bellezza maschile. Poiché entrambe le opere sono conservate a Firenze, i fiorentini si vantano di possedere i canoni delle bellezze artistiche all'interno delle mura cittadine.
Utilizzato fin dall'antichità dagli astronomi per indicare il pianeta Venere è oggi usato per rappresentare la femminilità in senso lato. Il simbolo è una rappresentazione dello specchio della divinità greca dell'amore, della bellezza e della fecondità.
La modella ritratta come Venere è Simonetta Cattaneo Vespucci, nobildonna originaria di Genova o forse di Porto Venere, come a molti è piaciuto credere per sottolineare la coincidenza di nomi.
colori perlacei dalle sfumature impalpabili, delicatissime, chiari, luminosi, trasparenti e freddi. il linearismo, evidente nei profili netti delle figure, nell'incresparsi delle onde e nella sinuosità dei panneggi e dei capelli. Le forme, perfette, purissime, idealizzate, soprattutto nel nudo centrale della Venere.
La conchiglia che tutti ricordano è la celebre "Nascita di Venere" del Botticelli (1444/5-1510) che sospinta dai venti simboleggia un amore pudico. Sempre dello stesso periodo la simbologia della conchiglia appare anche in architettura così come la dipinge Piero Della Francesca nella Pala di Montefeltro.
Venere non è solo amore ma è anche l'atteggiamento nei confronti della salute. Quando Venere funziona bene nel tema natale tende all'armonia, al benessere e dona il senso del bello. A livello fisiologico corrisponde alle ovaie, regola il metabolismo e le funzioni renali.
Venere si vede come “stella della sera” o “stella del mattino”, cioè dopo il tramonto oppure prima dell'alba, con un'alternanza che dura circa 10 mesi.
Ogni segno zodiacale ha 30 gradi, che si sappia. Detto tutto questo, avere Venere contro significa che Venere in transito si piazza a 180 gradi o a 90 gradi dal tuo Sole (ma vale anche dalla Luna e dall'Ascendente).
Antica divinità italica, assimilata alla dea greca Afrodite e venerata come dea della bellezza, dell'amore, della fecondità e della natura primaverile. L'introduzione di V. nel pantheon romano non sembra antichissima, perché il nome non figura nel più antico calendario.
Utilizzata da sempre come gioiello e ornamento portafortuna un po' da tutti i popoli sin dai tempi più remoti, la Conchiglia ha sempre rappresentato significati importanti come protezione, abbondanza, fortuna, bellezza, amore e protezione dal male.
In araldica la conchiglia di Santiago (o, all'italiana, conchiglia di San Giacomo), dapprima simbolo specifico di avvenuto pellegrinaggio a Santiago di Compostela, è poi divenuta simbolo generico di pellegrinaggio, anche in Terra Santa o presso altri santuari.
Sebbene impossibile da valutare, potrebbe arrivare anche superare il miliardo di euro. Per arrivare a questa stima basta pensare alla Natività Mistica di Botticelli. Un quadro decisamente meno famoso della Nascita di Venere, che è stata assicurata per 35 milioni di sterline, oltre 55 milioni di euro.
Sebbene impossibile da valutare, potrebbe arrivare anche superare il miliardo di euro. Per arrivare a questa stima basta pensare alla Natività Mistica di Botticelli. Un quadro decisamente meno famoso della Nascita di Venere, che è stata assicurata per 35 milioni di sterline, oltre 55 milioni di euro.
Antica divinità italica, assimilata alla dea greca Afrodite e venerata come dea della bellezza, dell'amore, della fecondità e della natura primaverile. L'introduzione di V. nel pantheon romano non sembra antichissima, perché il nome non figura nel più antico calendario.
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